L’emergenza fauna selvatica nell’isola.
È emergenza fauna selvatica. Un fenomeno incontrollato che sta assediando le campagne ma diventato ormai sempre di più un problema sociale visto che stanno invadendo anche i centri abitati e le strade. È questo l’allarme lanciato questa mattina da Coldiretti, scesa in piazza in tutta Italia con migliaia di agricoltori per urlare la propria rabbia davanti ad un’ulteriore calamità che sta distruggendo raccolti, campi, recinzioni e utensili da lavoro ma anche per proporre soluzioni concrete alla politica.
Una manifestazione che in Sardegna si è tenuta a Cagliari, davanti al Consiglio regionale ma collegati con tutti gli altri capoluoghi di provincia e piazza Montecitorio a Roma. Il problema della fauna selvatica riguarda tutta la penisola, Sardegna compresa, invasa da nord a sud: cinghiali soprattutto ma anche cornacchie, cervi, nutrie, volpi, cormorani, gazze, gabbiani, ghiandaie stanno scorrazzando nelle aziende agricole, causando ingenti danni e rendendo la vita impossibile agli agricoltori e allevatori che oltre alle perdite non possono programmare.
Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto, secondo una stima Coldiretti, si è registrato un aumento del 15% dei cinghiali (in tutta Italia hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari) che invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia. I branchi – sottolinea la Coldiretti -, si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali (ci sono diversi casi a Dorgali come a Fluminimaggiore di pecore sventrate e ammazzate dai cinghiali), causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.
La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 200 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole (in tutta la penisola) ma, sottolinea Coldiretti, viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della seste suina africana e dunque una delle misure necessarie è la gestione numerica della popolazione di questi animali. L’azione dunque secondo il Piano – continua la Coldiretti –, deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.
Non meno pericolosi e dannosi sono gli altri selvatici: con i cervi, soprattutto nella Sardegna sud occidentale, che distruggono raccolti, pascoli e recinzioni. O le cornacchie che bucano i prodotti da campo (angurie, meloni…) cosi come le manichette (che gli agricoltori sono costretti ad interrare) e altri utensili; ma anche volpi, gazze, ghiandaie, cormorani, nutrie fanno la loro parte e colpiscono nel complesso tutto il comparto agricolo dal nord al sud della Sardegna.