La vaccinazione dei pazienti fragili.
“Vogliamo dire un dato di ieri, sui fragili e fragilissimi? Su 14 mila chiamate hanno risposto e accettato appena 3 mila e 800”. Queste le parole pronunciate dal presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, nel corso del Consiglio Regionale del 28 aprile a proposito della campagna di vaccinazione anticovid dei soggetti fragili.
Ma se ad essere state contattate fossero le persone sbagliate? Ad insinuare questo dubbio è la storia raccontata da Riccardodi Ottana. La madre è una paziente sottoposta ad ossigenoterapia, costretta a letto ormai da diversi anni, e assistita dall’unità di Assistenza domiciliare integrata di Ats Nuoro. Insomma, non proprio una sconosciuta per il sistema sanitario regionale.
Riccardo da settimane cerca, quantomeno, informazioni per sottoporre al vaccino la madre e se stesso, in quanto caregiver, districandosi in un continuo rimpallo tra il medico di famiglia e Ats Sardegna. Martedì, finalmente, riceve la tanto agognata chiamata. L’operatrice gli comunica che la madre sarebbe stata vaccinata, a sua scelta, il giorno successivo o quello dopo.
Una buona notizia, si direbbe. Peccato che, alla domanda di Riccardo su quale fosse l’orario in cui avrebbe dovuto aspettare i medici a casa, l’operatrice si sia dimostrata inizialmente piuttosto perplessa per poi spiegare che la signora non era stata chiamata in quanto paziente da vaccinare a domicilio. Niente di fatto, quindi, l’attesa continua.