Gli Operatori socio sanitari domiciliari.
Non hanno ancora ricevuto il vaccino anticovid e hanno affidato il loro appello ai social. Una condizione che accomuna gran parte degli italiani, verrebbe da pensare, se solo ad appellarsi al generale Figliuolo e al ministro della salute Speranza non fossero i lavoratori e le lavoratrici della Cooperativa Progetto Uomo. Le Oss e gli Oss che quotidianamente assistono a domicilio i pazienti fragili allettati di Nuoro, Mamoiada, Oliena, Orune, Olzai, Oniferi, Sarule, Lula e Orani.
Soltanto a Nuoro sono 73 gli Operatori socio sanitari non vaccinati, oltre ai lavoratori delle cooperative che servono i Comuni di Dorgai, Ollollai, Ottana, Bitti e Osidda. Come loro anche gli Oss e le Oss private che assistono i pazienti magari con un contratto stipulato nell’ambito di progetti regionali. L’Ats di Nuoro ancora non si è fatta ancora carico di queste persone che vanno di casa in casa ad assistere i pazienti più fragili, anch’essi senza vaccino. Qualora uno di questi dovesse contrarre il Covid, inoltre, vedrebbe sospendersi anche il servizio di assistenza.
“Ci sentiamo abbandonati dall’Ats Sardegna, in quanto in tutta Italia e nel resto della nostra Regione i nostri colleghi sono già stati vaccinati – scrivono gli operatori -. Solo l’Ats di Nuoro continua a tergiversare rimandando l’inoculazione delle dosi di vaccino delle quali abbiamo pieno diritto”.
Una protesta in cui gli operatori non sono stati lasciati soli dalla dirigenza. La presidente della cooperativa, unitamente alle coordinatrici e al consiglio di amministrazione, ha sollecitato più volte ricevendo rassicurazioni in merito che, però, fino ad adesso sono state disattese.
“Non sappiamo più cosa rispondere alle persone che ci chiedono se siamo state vaccinate e vaccinati. Da domani risponderemo che siamo state dimenticate e dimenticati dall’ATS di Nuoro – concludono le lavoratrici e i lavoratori della Cooperativa Progetto Uomo -. Queste parole verranno inviate anche al ministro Speranza e al generale Figliuolo affinché sappiano in che condizioni siamo costretti a lavorare. E soprattutto, a questo punto, vogliamo sapere a chi sono state inoculare le dosi del vaccino Pfizer a noi riservate”.