Il risultato del report su Nuoro.
Nuoro è la città meno inquinata d’Italia. Il nuovo report “Mal’aria di città” di Legambiente ha stilato una classifica di 102 capoluoghi di provincia della Penisola, classificati per tasso di inquinamento atmosferico. Il rapporto ha rilevato i valori di particolato (Pm10) nell’aria e tra queste solo 4 hanno rispettato gli standard minimi.
Nuoro, assieme a Caltanisetta, L’Aquila e La Spezia, è la città dove l’aria è più pulita. Un risultato virtuoso che la provincia della Sardegna si porta a casa, nonostante gran parte dell’Isola rispetti maggiormente gli standard ambientali rispetto a molte altre località del Paese. Tuttavia, nel Nuorese è alto il valore del biossido d’azoto con concentrazioni che vanno leggermente oltre il limite fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero del 10 (µg/mc).
Cosa dice il rapporto.
Nel documento di Legambiente sono stati analizzati e interpretati i dati del 2021, estratti dai risultati di 238 centraline per il monitoraggio dell’aria di 102 città capoluogo di provincia. Esse hanno rilevato nell’aria le concentrazioni dei principali inquinanti monitorati dalle autorità competenti. Tra i dati a disposizione, si è scelto di utilizzare tre principali elementi inquinanti, come le polveri sottili (PM10 e PM2.5) e il biossido di azoto (NO2).
Questi componenti, sono ritenuti dalla comunità scientifica internazionale come i marker principali che determinano la
qualità dell’aria che respiriamo e gli inquinanti che mettono a rischio l’incolumità e la vita degli abitanti, causando effetti sul sistema respiratorio e cardiovascolare e 50mila morti premature all’anno solo in Italia. In base al rapporto, la città della Barbagia ha il solo obiettivo di ridurre del 38% le emissioni di biossido di azoto.
Le raccomandazioni dell’Oms.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che le città dovranno ridurre il PM10 almeno del 33%; mentre addiritura del 61% per quanto riguarda la riduzione delle concentrazioni di Pm2.5. Il quantitativo di biossido di azoto, invece, deve essere di almeno 52% in meno rispetto agli standard minimi per la salute. Tra le raccomandazioni delle località analizzate c’è quella di promuovere politiche “green”, attraverso la promozione della ciclopedonabilità, micromobilità elettrica, ridisegno delle strade obbligando la moderazione della velocità (urbanismo tattico, parklets) e l’incentivazione del trasporto pubblico.